Sabato 22 agosto, il Circo Zoè chiudeva il festival di Lonato con Naufragata: uno spettacolo per chi ama perdersi nella poesia del mare e naufragare le proprie emozioni nelle meraviglie circensi.
E prima o poi ti tocca! Ti rendi conto che la tua pausa dalla vita di tutti i giorni volge alla fine, e devi fare pace con la realtà. Si torna a casa volenti o nolenti. Il mare, la spiaggia, le passeggiate sulla battigia e le letture sotto l’ombrellone sono un lontano ricordo; come le serate all’insegna degli eventi, alla ricerca di locali sconosciuti, dove vuoi passare le tue ore nelle fresche serate estive.
Affrontare il ritorno dalle vacanze al mare, per ch vive al centro della Lombardia non è una bella esperienza, specie se ami l’aria marina e non andresti mai a fare il bagno al lago. Tuttavia, la vista lacustre può essere ristoratrice per riprendere a poco a poco la routine di tutti i giorni.
Tornata, giusto il giovedì sera, per evitare il temibile traffico del weekend bergamasco, ho voluto organizzarmi qualcosa negli ultimi giorni festivi che mi restavano; così, mi sono imbattuta nel Festival di Lonato, un piccolo borgo proprio sul Lago di Garda, in provincia di Brescia.
Lonato è famoso per la sua immensa rocca aperta, così come per il piccolo sito culturale messo insieme dall’avocato Ugo Da Como, all’interno della Casa del Podestà di epoca quattrocentesca. Una casa museo da abitare che incontra il gusto del primo Novecento, ma che nasconde un grande amore per l’antico, per la memoria e la conservazione.
Tuttavia, se capiti nel mese di agosto, dopo la doverosa (e meritevole) visita alla casa museo, conviene fermarsi almeno una serata al Festival di Lonato.
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Naufragata a Lonato
Certamente, questa è stata un’edizione del festival abbastanza sofferta: il Covid 19 non ha risparmiato nemmeno Lonato, togliendo vitalità ad un festival che ogni anno regala un cuore pulsante a quel borgo, sepolto nel gusto antico e nel pesante tedio delle poche abitazioni, che formano il paese insieme all’imponente Rocca.
Eppure, sabato 22 agosto, proprio la Rocca di Lonato è “Naufragata” nell’emozione, attraverso il suggestivo ponte fra arte e tecnica, creato dal Circo Zoè.
Naufragata è un turbinio che sintetizza arti sceniche, gag comiche e regia teatrale, musica e circo. Tutto in un unico spettacolo dove ritmo e fisicità sono protagonisti incontrastati.
Io ero seduta nell’arena, costruita apposta per il Festival, e non vedevo nessuno. Ero rapita da ciò che stava accadendo su il piccolo palco di legno, dove cinque acrobati e due musicisti compivano un piccolo miracolo: trasmettevano vitalità ad un paesino che altrimenti vivrebbe solo di visite turistiche.
Una storia vera e propria Naufragata non ce l’ha, è un’evocazione della vita corsara, è un gioco suggestivo che richiama il profumo del mare e delle onde.
Il brivido del pericolo di acrobazie al limite, come la vita dei corsari in epoca lontana; una metafora fra l’arte circense, bella, libera e spericolata, e la vita sul mare. E come la vita sul mare anche le arti sceniche non toccano mai un punto di arrivo, con lo sguardo sempre rivolto all’orizzonte lontano.
L’ibridazione dell’arte circense
È vero, la storia di Naufragata può non apparire chiara: una nave corsara attracca sulla terra ferma o su un’isola deserta? È la meta che cercavano? Non lo sappiamo, sappiamo, però, che da quando i sette personaggi scendono dalla nave (costituita da un palchetto su cui sono piantati pianoforte, batteria e fisarmonica, che si chiude a finestra, con tanto di tendine) inizia a serpeggiare una dimensione ludica che incanta lo spettatore.
Un uovo sembra essere l’oggetto prediletto, una pietra d’inestimabile valore per i corsari e un oggetto delicato, da maneggiare con cura per gli artisti.
E poi, inizia la musica a dettare il rimo delle azioni. Esplode il divertimento dei corsari e degli artisti, i quali iniziano a gareggiare fra loro con i loro migliori numeri a ritmo di musica. La dinamica della scena s’intreccia con una verve comica frizzante: piccole gag circensi inframezzano i numeri più eccitanti spezzando la tensione del pubblico, già in estasi dalle prime performance.
I rulli dei tamburi s’intrecciano ai battiti delle mani dalla platea. Il tempo sembra scorrere troppo veloce, come le immagini emozionanti che scorrono davanti ai nostri occhi.
La nave si richiude, con dentro i nostri eroi. Peccato, è arrivata l’ora di ripartire un’altra volta. Dobbiamo solo aspettare di ritrovarci dopo un lungo viaggio, in un’altra meta, aspettando di vedere un altro orizzonte.
Nufragata
Di e con: Chiara Sicoli, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Gael
Manipoud, Simone Benedetti e Ivan Do-duc
Musica dal vivo: Marco Ghezzo, Marta Pistocchi e Diego Zanoli
Luci e tecnica: Yoann Breton
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