Il personaggio fa la storia! Quante volte hai sentito dire questa frase quando hai approcciato per la prima volta le teorie sulla scrittura creativa? Ma è vero? In parte sì, i personaggi sono predominanti in una trama funzionale, sia perché sono loro ad attrarre i lettori, sia perché il loro sviluppo permette, in una certa misura, di far progredire la storia e di creare altri personaggi, che interagiscono con loro, risolvendo o creando altre situazioni funzionali alla trama. In questo articolo vediamo come creare un personaggio interessante ed efficace per catturare il lettore e aiutarlo ad appassionarsi alla tua storia.
Come creare un personaggio efficace
Definizione di personaggio: Chi è il protagonista di una storia?
Tutte le storie, indipendentemente dal format o dal genere, hanno un protagonista, ossia un personaggio con una propria storia personale, contestualizzato in uno specifico ambiente e in un’epoca storica precisa. Esso interagisce con altri personaggi e attraversa situazioni di vario tipo per subire un cambiamento della sua condizione iniziale, che può incidere sul quadro generale presentato all’inizio della storia.
Protagonista è una parola che deriva dal greco prōtagōnistḗs, comp. di prôtos ‘primo’ e agōnistḗs ‘lottatore; nell’antica Grecia questa parola veniva utilizzata per indicare il primo e unico attore delle tragedie greche ai tempi delle Grandi Dionisie, feste ateniesi che hanno lanciato la fortuna delle tragedie greche e di autori come Eschilo, Sofocle e Euripide. Eschilo introdusse il secondo attore (deuteragonista), mentre a Sofocle si deve l’introduzione di un terzo attore il tritagonista.
Mentre quest’ultimo termine è caduto in disuso, i primi due sono ancora utilizzati per indicare i personaggi principali di una storia. Vedremo, infatti, che il protagonista può essere l’unico personaggio predominante, ma può anche essere affiancato da altri personaggi molto importanti per portare avanti una trama che non sia focalizzata interamente su una storia personale.
Come costruire e caratterizzare un personaggio principale
Per comprendere bene il ruolo che il protagonista ha in una storia, bisogna ispirarsi alla realtà; pensiamo a come viviamo le giornate noi stessi: affrontiamo ogni situazione con un nostro filtro personale e non sappiamo mai cosa gli altri pensano o fanno; se non sono con noi, possiamo solo immaginarlo.
Questo è l’approccio migliore per pensare al protagonista di una storia: attraverso di lui (o lei) viene filtrata tutta la trama, mentre gli altri personaggi, indipendentemente dai ruoli più o meno importanti, restano sullo sfondo.
Il ruolo primario del protagonista esige una cura meticolosa nella sua costruzione, affinché possa risultare credibile per i suoi lettori e susciti un sentimento d’attrazione o repulsione.
Il protagonista non deve per forza piacere, ma deve necessariamente attrarre!
Il personaggio principale non deve necessariamente piacere, può suscitare sentimenti avversi o contrastanti, ma non deve restare indifferente ai lettori.
Pensiamo al protagonista di Memorie dal sottosuolo di Dostoevsky o al Raskolnikov di Delitto e castigo dello stesso autore o ancora a Jean Baptiste Grenouille di Profumo di Süskind. Sono tutti personaggi negativi, secondo i valori comuni, e, per lo più, suscitano nel lettore disgusto, pena o senso di derisione, se non fastidio.
Tutti però affascinano il lettore, perché sono costruiti con una grande attenzione alla loro psicologia; gli autori ci permettono di entrare direttamente nel meccanismo del loro pensiero, e tutta la loro psiche è coerente alla loro storia personale.
Come creare il protagonista di una storia
Abbiamo detto che il protagonista è colui attorno al quale si sviluppa l’azione; il protagonista dovrà subire una trasformazione, la quale potrà segnare anche un profondo cambiamento nella situazione iniziale della storia.
Per poter portare un mutamento credibile nel personaggio dobbiamo, quindi costruirne l’identità; dobbiamo pensare al nostro protagonista come ad una persona reale e preparare una scheda identificativa, la quale dovrà contenere almeno le informazioni principali.
Identikit del personaggio
- Quanti anni ha?
- Come si chiama?
- Dove vive e da dove viene?
- Ha famiglia? Che famiglia ha?
- Dove è cresciuto (luogo e contesto sociale)
- Come si presenta agli altri? È cordiale, aggressivo, schivo, burbero, violento, arrogante ecc…
- Quoziente intellettivo: È stupido, intelligente, nella media?
- Che scuole ha fatto? Ne ha tratto profitto o no?
- Che lavoro fa per vivere? Ha avuto un altro lavoro in precedenza?
- Come vive le relazioni con gli altri? Va d’accordo con la famiglia? È un buon amico? Un buon partner, un buon amante?
- Qual è il suo orientamento sessuale?
- Quali sono i suoi valori? Riesce a rispecchiarli, se no perché? Cosa glielo impedisce?
- Ha sogni, desideri, aspirazioni?
- accenni fisici
Aspetto fisico del personaggio
L’ultimo punto dell’identikit del personaggio è l’aspetto fisico. Molti autori lo ritengono un elemento importante, altri si limitano a dare solo qualche accenno lasciando al lettore la possibilità d’immaginare il personaggio senza svelare troppo.
Io sono convinta che nella testa dell’autore l’aspetto fisico del personaggio debba essere chiaro, al punto di vederlo. Non sono molto d’accordo, però, con le descrizioni dettagliate, specie se utilizzate come introduzione del personaggio. Meglio lasciare che l’aspetto fisico del personaggio venga svelato a poco a poco, durante una considerazione dello stesso o nei giudizi e nelle descrizioni degli altri personaggi.
Caratteristiche fisiche distintive
Se il nostro personaggio ha una caratteristica distintiva importante sarà bene farla emergere abbastanza presto, specie se ha una rilevanza nella sua storia e condiziona il suo comportamento o la sua relazione con gli altri personaggi.
Ne L’occhio più azzurro di Tony Morrison l’aspetto fisico della protagonista Pecola Breedlove è fondamentale in quanto è proprio la sua bruttezza fisica ad auto-condizionarla, al punto da renderla sgradevole ai compagni di scuola e agli abitanti del suo quartiere; la madre di Pecola, come la figlia, si lascia condizionare la vita giovanile da un difetto nell’andamento e nella postura.
È interessante notare, però, come in entrambi i casi l’aspetto fisico dei personaggi non venga descritto meticolosamente, ma solo sommariamente, portando alla luce le caratteristiche fisiche fondamentali e lasciando spazio alla mente del lettore.
I personaggi dei romanzi di Natalia Ginzburg vengono descritti abbastanza sommariamente, ne viene svelato qualche dettaglio o emergono i giudizi complessivi da parte degli altri personaggi, ma raramente leggiamo una descrizione fisica completa e dettagliata. Questo perché nei romanzi dell’autrice i personaggi sono sempre un mezzo per raccontare qualcos’altro, anche attraverso le storie dei comprimari, tutte collocate in uno specifico contesto storico e in una specifica ambientazione.
Costruzione della psiche del personaggio
Se la descrizione dell’aspetto fisico può essere importante solo se determinante per la storia che si sceglie di raccontare; la psiche e il carattere del personaggio sono elementi fondamentali.
Ogni scelta, comportamento, azione e reazione deve essere motivata dalla psicologia del personaggio, dal suo carattere e dalle sue contraddizioni interne, proprio come succede per ogni persona reale.
La psicologia del personaggio deve essere credibile e per esserlo deve essere coerente con il background del personaggio, la famiglia, il luogo in cui è cresciuto e le esperienze passate.
Un personaggio che funziona non deve essere stereotipato, ma deve essere realistico, perciò devi ispirarti sempre alla realtà per costruire psiche e comportamenti dei tuoi personaggi.
Ispirarsi alla realtà significa osservare i comportamenti delle persone, vicine o lontane e cominciare a fare un’analisi dei loro comportamenti, in base al loro modo di essere.
Un buon esercizio può essere iniziare a chiedersi perché una persona che conosciamo si è comportata in un determinato modo in una specifica situazione; la risposta non sarà tanto importante, quanto il tentativo di ricostruire il modo di pensare e di agire della persona in questione. Questo schema deve essere attuato ogni volta che si costruisce un pensiero del nostro personaggio e le sue azioni devono essere proprio la conseguenza del suo modo di essere e di pensare.
La coerenza, tuttavia, non basta, se vogliamo che il nostro personaggio sia credibile, dobbiamo creare anche delle contraddizioni interne che siano coerenti con il background del personaggio, proprio come il suo carattere e la sua formazione.
Fatal flow e contraddizioni interne
Ogni personaggio funzionale ha un proprio fatal flow, ossia un legame con un passato da cui non riesce a liberarsi o un suo difetto interiore che, seppur frena e contrasta la sua esistenza, non riesce a superare.
Solitamente il fatal flow è anche il motivo più naturale da cui nascono le contraddizioni interne del personaggio. Il proseguimento della sua storia sarà incentrato proprio su un oscillazione della sua personalità sulla linea del fatal flow: potrà superarlo o lasciarsene inghiottire.
Altri personaggi principali e comprimari
Una trama funzionale è costituita da un tema centrale, oltre che dai personaggi che contribuiscono a crearla e a portarla avanti. A volte basta un solo protagonista per portare avanti l’argomento di fondo, lasciando ai comprimari il compito di influire sullo sviluppo della sua storia e della trama, a volte, portando nelle loro storie altri piani di lettura, ossia argomenti secondari di cui l’autore vuole parlare.
In certi casi, quando il tema di fondo supera per importanza la storia dei personaggi o se la trama si incentra sulle relazioni umane, può essere necessario più di un solo protagonista o meglio si necessita l’aggiunta di uno o più deuteragonisti o spalle.
Chi è il deuteragonista?
Il deuteragonista è un personaggio sul quale si regge la trama, il suo ruolo conta alla pari o quasi quanto quello del protagonista.
In una storia d’amore, ad esempio, uno dei due personaggi può contare più dell’altro e i fatti possono essere filtrati attraverso un solo punto di vista, ma generalmente entrambi i personaggi hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della trama, che spesso è in condivisione.
Se pensiamo alla storia d’amore più famosa di sempre, Romeo & Juliet di Shakespeare, constatiamo immediatamente quanto entrambi gli amanti siano determinanti nella trama e quanto non sia possibile individuare un protagonista assoluto fra i due.
Tuttavia, non solo le storie d’amore si basano su più protagonisti o personaggi principali. Esistono molti esempi letterari dove la storia si regge su più personaggi; a questo proposito possiamo citare Le voci della sera di Natalia Ginzburg, dove l’io narrante ha il compito di raccontare le storie degli abitanti e delle famiglie della città, ricostruendo una memoria cittadina comune; la storia personale della narratrice interna resta marginale e si conclude brevemente verso il finale del libro, senza togliere spazio alla vera trama che riguarda proprio la storia di un cambiamento generazionale, con il mutarsi di valori, desideri e visioni.
Costruire i personaggi Comprimari
I comprimari sono altri personaggi che hanno un ruolo nella trama che può essere più o meno importante. La secondarietà del ruolo del personaggio, però, non giustifica alcuna superficialità nella costruzione del carattere.
I personaggi spalla devono essere ben chiari nella testa dell’autore e come i personaggi principali devono risultare credibili, ogni loro azione deve essere compatibile con il loro comportamento e il loro carattere. Anche se non vengono totalmente svelati al lettore o addirittura la loro descrizione resta marginale, ciò che fanno o dicono deve collimare con i tratti che li introducono, con la presentazione che viene fatta al lettore.
Per questo è bene che l’autore costruisca un background anche di questi personaggi; sta lui scegliere se esplicitarlo nel racconto o meno.
Molti autori decidono di dedicare spazio anche a personaggi più marginali, ad esempio se pensiamo ai Promessi Sposi, Manzoni racconta la storia personale di Fra Cristoforo e della Monaca di Monza, personaggi, che sono di passaggio nella storia di Renzo e Lucia, anche se svolgono una loro specifica funzione di aiutante e antagonista. Eppure l’autore decide di dedicare loro più di una pagina, mostrandone anche i punti di forza e le fragilità nel carattere.
Anche Don Abbondio viene accuratamente caratterizzato e, pur non essendo un protagonista, la sua fama è entrata nel patrimonio culturale letterario e cinematografico.
Suskind nel Profumo fa disgressioni lunghe pagine per raccontarci la storia di personaggi marginali che incidono pesantemente nella storia del protagonista, ma con altrettanta forza ne spariscono definitivamente.
Conclusione
I personaggi sono sempre fondamentali nella storia, anche quando la trama non si sviluppa sulla storia personale di un protagonista, perché la presenza di uno o più personaggi svolge sempre un ruolo o una funzione che permette alla storia di arricchirsi di significati. Attraverso i personaggi passano messaggi e pensieri dell’autore, si ricostruiscono casi sociali e umani; possono essere un mezzo di denuncia sociale o di riflessione. Permettono di confrontarsi con le contraddizioni umane e con i conflitti che ci caratterizzano.
Quando pensi ad un personaggio di un romanzo, immaginalo come una persona vera, costruisci la sua psicologia in base all’ambiente che frequenta e non ispirandoti ad eroi preconfezionati.
Cerca di immaginarti le sue sensazioni e astieniti sempre da giudizi e compatimenti. Lascia che siano gli altri personaggi, che si relazionano a lui a sviluppare sentimenti e giudizi. Tu limitati a raccontarli nel modo più accattivante che conosci.
Se un personaggio da un po’ di tempo ti frulla in testa, ma non riesci a dargli corpo e a costruire la sua storia; se hai una trama ma non riesci a definire i personaggi o se ti blocchi perché ti senti insicura/o, contattami.
Porteremo avanti la tua idea insieme per far crescere la stoia che senti di dover raccontare.
Continua a seguirmi per restare aggiornata/o sul mondo della scrittura.
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